Lo sciopero è, per definizione, un’astensione collettiva.
Un gruppo di persone che si astiene dal compimento delle proprie attività - generalmente lavorative - con lo scopo di ottenere una reazione dal datore di lavoro.
I partecipanti allo sciopero manifestano il proprio malcontento, provando a ottenere una modifica stato delle cose, con riferimento al proprio ambito lavorativo/occupazionale.
Non esiste un numero minimo o massimo di persone, affinché si possa parlare di sciopero.
Il solo elemento necessario è l’astensione, il mancato adempimento di un compito abituale.
La Costituzione Italiana accetta e legittima tutti gli scioperi, permettendo alle persone di prendervi parte legalmente.
L’attuazione dello sciopero rientra nel diritto di libera manifestazione del pensiero e, finché resta pacifico, può essere tranquillamente portato avanti.
Al momento, non esiste la definizione di “sciopero illegale”, ma tutte le forme sono considerate come accettate dalla legge.
L’articolo 40 della Costituzione, tutela il diritto alla sciopero aggiungendo che:
“si esercita nell'ambito delle leggi che lo regolano”.
Fonte: https://www.senato.it/istituzione/la-costituzione/parte-i/titolo-iii/articolo-40
Tuttavia, il legislatore italiano non ha ancora dato una definizione giuridica alle modalità accettate di sciopero.
Non esistono limiti interni, regole precise che stabiliscono come bisognerebbe organizzarsi.
L’unico limite è quello costituito dal diritto all’integrità fisica della persona, che non deve subire danni o problemi di alcun tipo a causa dello sciopero.
Le Tipologie di Sciopero
Nella maggior parte dei casi, gli scioperi seguono una linea d’azione piuttosto semplice.
Il servizio, normalmente assicurato per un determinato periodo di tempo quotidiano, viene interrotto e fermato.
I lavoratori smettono di lavorare, e la produzione si ferma inesorabilmente.
Così funzionano gli scioperi dei mezzi pubblici, e così funzionano anche gli scioperi nelle fabbriche di produzione tessile.
Esistono però, una serie di tipologie alternative di sciopero, ugualmente valide.
Ciascuna tipologia, risponde alle necessità e alle preferenze dei partecipanti, che cercano il modo migliore per esprimere il proprio malcontento.
Di seguito, le principali tipologie esistenti e le loro brevi descrizioni, così da fare chiarezza sulle modalità e le possibilità.
- Sciopero a gatto selvaggio: le varie parti di una “catena di montaggio” iniziano a scioperare seguendo tempistiche diverse, in modo che la produzione risulti bloccata per un lungo periodo di tempo.
- Sciopero a singhiozzo: l’interruzione del lavoro è “temporanea” e breve. I partecipanti interrompono la propria attività lavorativa per un tot tempo a ripetizione, seguendo cicli regolari.
- Sciopero a scacchiera: riguarda gruppi lavorativi diversi, che scioperano in tempi diversi.
- Sciopero con corteo interno: prevede la “sfilata” dei manifestanti.
Ogni tipologia può essere considerata come più o meno efficace, a seconda dei risultati che permette di ottenere.
Il diritto allo sciopero è un diritto fondamentale per i lavoratori, perché permette loro di esprimere la propria opinione con libertà e sincerità, senza avere paura delle possibili ripercussioni.