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16 gennaio 2017
L’Australia è per molti una destinazione da sogno: troppo lontana da raggiungere ed è anche un tipo di viaggio che richiederebbe molta energia per visitare il suo territorio immenso.
L’Australia non sembra riflettere il classico stereotipo di un Paese fatto di spiagge e barriera coralline. Anzi La sua natura sembra essere molto varia: da paesaggi fatti di foreste pluviali a catene montuose dallo strano colore blu.
Per una guida in generale sulla terra australiana, leggi anche Cosa vedere in Australia: i 10 migliori luoghi da visitare.
Elisa, la protagonista della nostra iniziativa “Natale in Australia” ci ha raccontato la sua Australia e cosa ha rappresentato per lei questo viaggio.
1 . Diario di viaggio in Australia, alla ricerca del Paese bruciato dal sole
di Elisa
Quest’anno ho trascorso il Natale in Australia: un’esperienza surreale, non solo perché lì addobbano le palme e il 25 Dicembre fanno il barbecue in spiaggia, ma anche perché mi ha messa faccia a faccia con alcuni aspetti di questo Paese che non mi aspettavo.
Mentre ero in aereo per Brisbane, per esempio, stavo leggendo un libro di Bill Bryson sull’Australia. Si intitola “Down Under” ma in italiano è stato tradotto come “In un Paese bruciato dal sole”.
D’altronde chi pensa all’Australia ha quell’immagine in testa: quella di una terra rosso fuoco, di un cielo abbagliante e senza nuvole e di un canguro che saltella all’orizzonte.
Potete immaginarvi il mio stupore quindi nel constatare che, su due settimane trascorse in Australia, di giornate di sole ne ho vista solo una. In Queensland in effetti l’estate è la stagione delle piogge: siamo ai tropici, e gli acquazzoni in questo periodo sono la normalità. Mi stupisce però come questo Stato così famoso -quello in cui si trova la Grande Barriera Corallina, per intenderci- sia così diverso dallo stereotipo che abbiamo dell’Australia, quantomeno lungo la costa.
Intorno a me si estendono foreste pluviali a perdita d’occhio. Va da sé che il marsupiale più diffuso non sia il mastodontico canguro ma il wallaby di montagna, più piccolo e in grado di muoversi agilmente nell’intricata boscaglia. Ne vedo qualcuno nei dintorni del Tamborine National Park, mentre saltella sotto palme alte quaranta metri: è incredibile quante specie di animali del Queensland non conoscessi nemmeno di nome. I wallaby di montagna, i vermi fosforescenti e delle meduse con tentacoli lunghi venti metri che grazie al cielo non ho avuto il piacere di incontrare.
In escursione alle foreste pluviali
L’Australia è pericolosa, e gli australiani lo prendono come un dato di fatto, senza preoccuparsene troppo. Mi ritrovo il giorno di Natale a chiedermi se non dovremmo imparare da loro a concentrarci di più sul bicchiere mezzo pieno, ad essere grati di ciò che abbiamo e non lamentarci dei pericoli che ne conseguono.
L’Australia è anche talmente grande che è impossibile abbracciarla tutta. Il suo cuore è formato da un deserto rosso che uccide qualsiasi forma di vita, ma lungo i bordi si estende una varietà di ecosistemi che chi non arriva fin qui non immagina. Io, per esempio, immaginavo che Fraser Island, l’isola di sabbia più grande del mondo, fosse una spiaggia lunga 120 chilometri e punteggiata da un paio di palme qui e là. Mai avrei immaginato che su questa sabbia crescesse una foresta pluviale fittissima, o che fosse infinitamente più facile far viaggiare le jeep sulla sabbia e fare il bagno nei laghi dell’interno.
Lake Mckenzie
Le spiagge australiane, pur bellissime, non sono facilmente balneabili: là dove non ci sono squali, le correnti sono imprevedibili e fortissime. Mi ha fatto strano, in effetti, arrivare a Sydney e vedere l’acqua di Bondi Beach invasa dai bagnanti. D’altronde ci sono le reti anti squalo, e le medusa mortali si fermano centinaia di chilometri più a nord. Però a Sydney basta un po’ di vento dal nord perché l’acqua raggiunga i diciotto gradi anche in estate: per fortuna noleggiano le mute, e riesco a farmi una nuotata anch’io.
Bondi Beach
È la sera di Capodanno e mi sembra incredibile trascorrerla col sale nei capelli, seduta sulla banchina di un porto dall’altra parte del mondo.
Elisa di fronte la baia di Sydney aspettando il Capodanno 2017
Il sole si è fatto vivo l’ultimo giorno nei dintorni di Melbourne, dopo averci lasciato a battere i denti per ore sulle rive dell’Oceano del Sud, lungo la Great Ocean Road. Al deserto bruciato non mi ci sono nemmeno avvicinata, ma forse scoprire le facce dell’Australia che non si evincono dalle cartoline era quello di cui avevo bisogno.
Vista dalla Great Ocean Road
Ho trascorso il Natale in Australia, e l’esperienza più surreale è stata rendermi conto che, nel tradire alcune delle mie aspettative, questo viaggio si è rivelato una lezione di vita e non una semplice vacanza.
Elisa di fronte all'immensità delle Blue Mountains
Immagini di Elisa
Il Team di Columbus Assicurazioni
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