Elenco siti Patrimonio Mondiale dell’umanità in Grecia
La Grecia offre un’incredibile varietà di siti archeologici, luoghi sacri, monumenti storici e artistici dal valore inestimabile.
Ecco l’elenco completo dei Siti inclusi nell’elenco dei patrimoni dell'Umanità in Grecia:
- Acropoli di Atene
- Centro storico di Chorá (con il Monastero di San Giovanni il teologo e la Caverna dell'Apocalisse sull'isola di Patmo)
- Città medievale di Rodi
- Città vecchia di Corfù
- Delo
- Monte Athos
- Meteora
- Monumenti paleocristiani e bizantini di Salonicco
- Monasteri di Daphni, Ossios Loukas e Nea Moni di Chio
- Pythagoreion e Heraion di Samo
- Santuario di Asclepio presso Epidauro
- Sito archeologico di Mistra
- Sito archeologico di Olimpia
- Sito archeologico di Ege (oggi chiamata Verghina)
- Siti archeologici di Micene e Tirinto
- Sito archeologico di Filippi
- Sito archeologico di Delfi
- Tempio di Apollo Epicurio a Bassae
Elenco siti della Grecia candidati come “Patrimonio dell’Umanità”
Accanto ai siti già dichiarati patrimonio UNESCO, ce ne sono altri che attendono di farne parte:
- Fortificazioni con bastioni tardo-medievali in Grecia (di alcune isole e città a sud del Peloponneso)
- Parco nazionale di Dadia-Lefkimi-Soufli
- Antica Laurio
- Foresta pietrificata di Lesbo
- Sito archeologico dell'antica Messene
- Centri palaziali minoici (presso Cnosso, Festo, Malia, Zakros, Cidonia)
- Sito archeologico di Nicopoli
- Il monte Olimpo
- L'area dei Laghi di Prespa
- Parco nazionale delle Gole di Samariá
- Fortezza di Spinalonga
- Antiche torri del mare Egeo
- Zagorochoria – Parco nazionale del Pindo settentrionale
- Teatri greci antichi (presso diverse città)
Acropoli di Atene
L’Acropoli di Atene, patrimonio UNESCO dal 1987, è senz’ombra di dubbio il simbolo più rappresentativo della capitale greca. L’acropoli (dal greco “akros”, alto, e “polis”, città) era la parte più alta della città, concepita come fortezza per difendersi dai nemici, ma presto divenne il cuore della vita religiosa.
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Non sorprende, quindi, che la sua caratteristica principale fosse la presenza di magnifici templi consacrati agli dèi, tra cui Partenope, il tempio dorico dedicato alla dea Atena e l’Eretteo, risalente al V sec. a.C..
Inoltre, è possibile ammirare altari, santuari, statue, iscrizioni e il famosissimo teatro di Dioniso, dove gli antichi attori greci portavano in scena le loro tragedie.
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Centro storico di Chorá (con il Monastero di San Giovanni)
Sull’isola greca di Patmo si estende una minuscola cittadina dichiarata patrimonio UNESCO nel 1999 assieme al suo imponente Monastero: è la città di Chorà - o meglio, il suo centro storico - che per la storia della cristianità ha assunto un’importanza cruciale.
Infatti, si dice che proprio qui, a Chorà, il discepolo Giovanni, attorno al 95 d.C., scrisse il Vangelo e l’Apocalisse.
Per questo motivo, nel 1088 si decise di costruire un Monastero a lui dedicato nella parte più alta della città, di cui è ancor oggi l’edificio-simbolo.
Sull’isola non sono presenti aeroporti, per cui per arrivarci è necessario prendere un traghetto da Atene o dalle isole vicine.
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Giovanni il teologo e la Caverna dell'Apocalisse sull'isola di Patmo
Sempre sull’isola di Patmo, e sempre legato alla figura di Giovanni il teologo, si trova un altro luogo dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO dal 1999.
Si tratta della Caverna dell’Apocalisse, così chiamata proprio perché, secondo la tradizione fu qui che Giovanni ricevette le visioni che lo indussero poi a scrivere l’Apocalisse.
La Grotta è ancora oggi meta di pellegrinaggio di fedeli cristiani e ortodossi provenienti da tutto il mondo, e conserva tutto il fascino dei luoghi sacri sottratti al logorìo del tempo.
Città medievale di Rodi
Rodi è conosciuta per essere una gettonatissima meta turistica, soprattutto d’estate, per le sue abitazioni bianche e per le spiagge sempre affollate nei mesi più caldi.
Non tutti sanno, però, che all’interno di questa cittadina di mare ne è conservata un’altra più antica, risalente al XIV secolo, ancora oggi circondata da cinta murarie.
Rodi, infatti, al pari di poche altre in Europa, ha il merito di custodire una città medievale quasi completamente intatta. Le viuzze, i palazzi, il piccolo borgo, centro della vita pubblica, e l’imponente castello che dall’alto sovrasta l’intera città: tutto qui profuma di un passato misterioso.
La città medievale di Rodi è stata inclusa dall’UNESCO tra i beni materiali dell’umanità già nel 1988.
Città vecchia di Corfù
Un discorso molto simile, a quello fatto per Rodi, vale anche per Corfù, la famosissima capitale dell’omonima isola e, anche in questo caso, meta turistica molto conosciuta e apprezzata, soprattutto dai giovani.
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La città vecchia di Corfù, protetta dall’UNESCO dal 2007, incanta per le sue vie acciottolate, piene di negozietti tipici e street food, per le sue abitazioni color pastello e per le antiche rovine di epoche differenti che è riuscita a preservare.
Due, in particolare, sono le fortezze-simbolo di Corfù che ne delimitano anche il centro storico: la fortezza vecchia, di epoca bizantina, e la fortezza nuova o veneziana, costruita appunto dalla Repubblica di Venezia nel XV secolo.
Delo
Meno conosciuta rispetto a Rodi e a Corfù, c’è un’altra isola facente parte dell’UNESCO (dal 1990): l’isola di Delo, nell’arcipelago della Cicladi.
Delo (o Ortigia, come era conosciuta anticamente) era abitata già nel 3000 a.C. e fu sfruttata come importante città commerciale sia dai Greci sia dai Romani, almeno fino al periodo tardo-imperiale.
Oggi, invece, l’isola di Delo è pressoché disabitata, ma continua ad attrarre turisti da tutto il mondo per ospitare uno dei più grandi siti archeologici della Grecia.
Dagli scavi iniziati alla fine del XIX secolo e ancora in corso, sono stati ritrovati, tra gli altri, i resti del tempio di Artemide, il grande portico (o Stoà) di Filippo (III sec. a.C.), l’Agorà di Teofrasto e il santuario di Zeus e Atena.
Monte Athos
Il Monte Athos, un luogo mistico situato nella Grecia orientale, è abitato esclusivamente da monaci sin dal 1054.
Si tratta di un’entità territoriale autonoma (Stato monastico), situato appunto sul monte da cui prende il nome, che comprende 20 monasteri ancor oggi abitati.
Il Monte Athos, patrimonio UNESCO dal 1988, accetta visitatori, purché siano rigorosamente di sesso maschile (la “selezione” riguarda anche gli animali, fatta eccezione per gli uccelli). L’unico modo per accedere ai monasteri del Monte Athos è via mare, dal porto di Ouranoupoli o da Ierrisos.
Meteora
Anche i monasteri di Meteora, poco distanti dalla città di Kalambaka, sono patrimonio UNESCO dal 1988 e continuano ad affascinare visitatori e pellegrini da ogni parte del mondo.
In origine erano 24 monasteri, costruiti a partire dal XVI secolo, ma molti di essi sono oggi decaduti in seguito all’abbandono e all’erosione del tempo, mentre soltanto sei risultano ancora abitati.
La particolarità resta, però, la loro straordinaria ubicazione: tutti i monasteri sorgono letteralmente in cima a dei dirupi rocciosi, a strapiombo sulle colline circostanti. Da qui il loro nome, “meteore”, perché sembrano sospesi “in mezzo ai cieli”.
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Monumenti paleocristiani e bizantini di Salonicco
Seconda alla ben più famosa Costantinopoli, la città di Salonicco, nella Grecia centro-settentrionale, fu una delle prime sedi delle comunità cristiane dopo le persecuzioni, nonché un’importantissima città commerciale nel periodo bizantino.
Di questi due periodi storici - quello paleocristiano, dunque, e quello bizantino - Salonicco ne ha conservato egregiamente le tracce, tanto da essere, per alcuni, un vero e proprio museo a cielo aperto.
A cominciare dalle mura cittadine che proteggevano la città, passando dagli edifici pubblici (in primo luogo bagni turchi, ma anche palazzi) a quelli di culto, impreziositi da mosaici e quadri antichissimi.
Tra questi spicca la famosa “Rotonda”, un tempio di forma circolare del III secoloso originariamente consacrato a Giove, ma in un secondo momento trasformato in chiesa cattolica.
Tutti i monumenti paleocristiani e bizantini di Salonicco sono stati aggiunti nell’elenco del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO nel 1988.
Monasteri di Daphni, Ossios Loukas e Nea Moni di Chio
Tutti e tre i monasteri di Daphni, Ossios Loukas e Nea Moni, si trovano sull’isola di Chio, affacciata sul Mar Egeo, e fanno parte dell’UNESCO dal 1990. Il perché è presto detto: in tutta la Grecia, restano i più importanti esempi di architettura e di arte bizantina esistenti.
La loro particolarità non è solo nelle colonne maestose, nelle cupole o nelle decorazioni esterne, ma nei mosaici che rendono questi tre monasteri davvero meravigliosi.
Per qualcuno sono proprio i mosaici a renderli così famosi, dal momento che testimoniano uno degli stili più rappresentativi della tarda età macedone del XII secolo. Per arrivare all’isola di Chio, è sufficiente prendere un volo per la città omonima e muoversi in auto (o con i mezzi pubblici) fino ai monasteri.
Pythagoreion e Heraion di Samo
Sull’isola di Samo, e più precisamente nel porto di Pythagoreion, c’è un tempio ionico oggi ridotto in rovine che anticamente doveva essere davvero maestoso: il tempio di Heraion, dedicato alla dea Era.
Probabilmente il tempio esisteva già nell’VIII sec a.C. ma di quell’epoca così lontana non è rimasto praticamente più nulla, dal momento che fu continuamente modificato e ricostruito nel corso dei secoli.
Gli scavi archeologici hanno portato alla luce diversi reperti, conservati in diversi musei europei (alcuni sono al museo del Louvre).
Sia il porto di Pythagoreion, che il tempio di Heraion, sono patrimonio UNESCO dal 1992.
Santuario di Asclepio presso Epidauro
Presso i greci, Asclepio era il Dio della guarigione dei malati. Numerosi furono i templi a lui dedicati, che spesso fungevano da veri e propri ospedali dove curare gli infermi.
Fra questi, il più famoso nel periodo ellenistico fu senza dubbio il Santuario di Epidauro, nel nord-est del Peloponneso, patrimonio UNESCO dal 1988.
Il Santuario, inserito in un sito molto più vasto, doveva essere molto frequentato nel IV sec a.C., a testimonianza della popolarità del dio Asclepio presso gli Antichi.
Sito archeologico di Mistra
Bene UNESCO dal 1989, Mistra, un tempo importante provincia dell’impero bizantino, ospita oggi un sito archeologico mozzafiato, sperduto tra le montagne della Morea.
Nonostante sia stata abitata da popoli differenti - Veneziani, Turchi e Greci - Mistra resta uno splendido esempio di architettura tardo bizantina, con le sue chiese, le sue piazze pubbliche, le sue fontane e le sue costruzioni in perfetto stile medievale.
Dalla fine del XIX secolo è pressoché disabitata. Per raggiungere Mistra, è sufficiente prendere un volo per Sparta, che dista appena 8 km dal sito archeologico.
Sito archeologico di Olimpia
Il valore storico, simbolico e culturale del sito archeologico di Olimpia, patrimonio UNESCO dal 1989, è a dir poco inestimabile.
Fu a Olimpia, antichissima città del Peloponneso abitata fin dalla Preistoria, che i Greci organizzarono le prime Olimpiadi - che devono proprio a questa città il loro nome - giunte fino a noi dopo più di mille anni.
Qui ebbe luogo l’dea di “Olimpiade”, garante di pace e di rispetto tra i popoli che, in occasione delle Olimpiadi, cessavano ogni tipo di guerra in atto.
Qui fu edificato il più importante santuario religioso attivo già dal Neolitico, consacrato poi a Zeus, il padre dei dodici “Olimpi”. Impossibile non visitarla e non restare ammaliati dalle sue rovine che, seppur logorate dal tempo, restano un’eccezionale testimonianza storica che non teme rivali.
Sito archeologico di Ege (oggi chiamata Verghina)
Il sito archeologico di Ege, patrimonio UNESCO dal 1996, è stato portato alla luce soltanto negli anni ‘70, dopo il fortunato ritrovamento della tomba di Filippo II, il primo sovrano macedone della storia.
Da qui l’incredibile scoperta: Ege, oggi “inglobata” nella moderna città di Verghina, è stata la prima capitale della Macedonia, dove appunto Filippo II visse e morì, costruendo il suo regno.
Nonostante fosse caduta nel dimenticatoio, Ege conserva fra i più importanti monumenti storici, mosaici, tombe regali a forma di tempio e rovine dell’antico mondo ellenistico.
Siti archeologici di Micene e Tirinto
Testimonianze preziose dell’antica civiltà micenea, invece, sono i siti archeologici di Micene e di Tirinto, entrambi patrimonio UNESCO dal 1999. Oggi ridotte a poche rovine, in un tempo assai remoto (tra il 2000 e il 1200 a.C.) Micene e Tirinto erano due floride città che dominavano l’intero Mediterraneo, incentivando la scrittura, il commercio, ma anche i racconti mitologici.
Era molto vivo presso gli antichi, infatti, il ricordo della fondazione di Micene, avvenuta per mano del dio Perseo. Oggi è ancora possibile ammirare lo scheletro dell’antica cittadella di Micene e di Tirinto, alcune raffigurazioni in bassorilievo e ingressi in pietra.
Sito archeologico di Filippi
Inserito nell’elenco dei patrimoni dell’umanità nel 2016, il sito archeologico di Filippi, nel nord-est della Grecia, è considerato un’altra pietra miliare della storia Occidentale.
Dai resti archeologici riportati alla luce, è possibile ripercorrere la storia evolutiva della città dall’età ellenistica a quella bizantina, con particolare riferimento al periodo romano.
Infatti, Filippi fu teatro di una delle più cruciali battaglie della storia romana: la battaglia di Filippi (42 a.C.), che vide la decisiva vittoria di Ottaviano su Bruto e Cassio, gli assassini di Cesare.
Qui, inoltre, l’apostolo Paolo fondò la prima chiesa cristiana in territorio europeo, consacrando questa città come futura e importante sede del cattolicesimo medievale.
Sito archeologico di Delfi
Se Olimpia fu la più importante sede del culto di Zeus dell’antica Grecia, ed Epidauro di Asclepio, Delfi lo fu senz’ombra di dubbio per Apollo, il Dio del sole.
Si pensava, anzi, che Delfi fosse “L’ombelico del mondo”, luogo di pace e di armonia assoluta con l’universo, esattamente a metà strada tra l’Oriente e l’Occidente.
Che cosa è rimasto di questo antico santuario? Le rovine, più o meno ben conservate, sono ancora in grado di riportare la magnificenza di questo luogo sacro, completamente circondato da colline verdeggianti.
Delfi è patrimonio UNESCO dal 1987. Per arrivare a Delfi, è consigliato prendere un volo per Atene e di lì muoversi in treno o in automobile.
Tempio di Apollo Epicurio a Bassae
Ultimo bene UNESCO che chiude la selezione è il Tempio di Apollo Epicurio a Bassae (nel Peloponneso), dichiarato bene dell’umanità nel 1986.
Si pensa che sia stato costruito attorno al V sec a.C. per ringraziare il Dio di aver fermato una terribile pestilenza, impedendo che si diffondesse in città.
Se la datazione fosse esatta, si tratterebbe del più antico tempio corinzio della storia, tra l’altro miracolosamente conservato (presenta delle crepe su alcuni punti, ma nel complesso è intatto).