Gli Stati dell’Oceania
Pensare all’Oceania fa subito venire in mente l’Australia, al punto che molti tendono a identificare il continente proprio con quest’isola, la più grande della terra.
In realtà, nonostante all’Australia appartenga la maggior parte delle terre emerse, vi sono altri stati che compongono l’Oceania, di cui 14 sovrani e alcuni dei quali di formazione relativamente recente, a cui si affiancano altre isole ancora controllate da altri paesi, in particolare Stati Uniti e Francia.
Il 99% del territorio è dato da Australia, Papua Nuova Guinea e Nuova Zelanda, mentre le restanti nazioni sono tutte piccole isole coralline oppure di origine vulcanica e, dunque, più estese (Figi, Salomone, Vanuatu, Samoa).
La ripartizione tradizionale, utilizzata anche dalle Nazioni Unite, suddivide le isole in 4 subregioni: l’Australasia, la Micronesia, la Melanesia e la Polinesia. L’Australasia comprende:
La Melanesia comprende:
La Micronesia comprende:
- Isole Marshall
- Micronesia
- Kiribati
- Nauru
- Palau
- Guam (Stati Uniti)
- Isole Marianne Settentrionali (Stati Uniti)
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La Polinesia comprende:
- Samoa
- Tuvalu
- Tonga
- Isole Cook (Nuova Zelanda)
- Polinesia Francese (Francia)
- Wallis e Futuna (Francia)
- Samoa Americane (Stati Uniti)
- Tokelau (Nuova Zelanda)
- Niue (Nuova Zelanda)
- Isole Pitcairn (Regno Unito)
- L'Isola di Natale e le Isole Cocos dipendono dall'Australia
Storia: la scoperta dell’Australia e dell’Oceania
Prima dell’arrivo degli Europei, ad abitare le terre dell’Oceania erano popolazioni indigene che vi si stabilirono circa 50mila anni fa, in particolare nei territori di Australia e Nuova Guinea, probabilmente sfruttando un canale terrestre che esisteva al tempo con l’Asia.
Una colonizzazione alla quale ne seguì una seconda, datata circa 1000 a.C., incentivata dallo svilupparsi delle conoscenze in materia di navigazione e che portò ad esplorare e raggiungere isole e territori vicini lungo tutto il Pacifico, in particolare Polinesia e Melanesia, giungendo sino in Nuova Zelanda, e man mano verso le isole più sperdute.
I primi europei giunsero in Oceania a partire dal 1500, come ad esempio Magellano che effettuò alcune esplorazioni durante il suo viaggio verso le Filippine. In realtà, le esplorazioni massive e le maggiori scoperte di queste isole si concentrarono prevalentemente durante il Settecento, ad opera di scienziati, cartografi e navigatori di ogni nazionalità (olandesi, spagnoli, portoghesi, ma soprattutto inglesi e francesi).
Il maggiore di questi esploratori fu l’inglese James Cook a cui si deve la scoperta della Nuova Caledonia, di Tahiti e delle Hawaii, e per alcuni anche dell’Australia, nonostante in realtà Cook fu il primo ad arrivarvi in maniera organizzata dopo che altri l’ebbero avvistata e in parte esplorata. Molto, inoltre, si deve anche ai francesi Louis Antoine de Bougainville e Jean-François de La Pérouse che arrivarono, il primo alle Isole Salomone e il secondo alle Samoa. Non essendovi grandi risorse, le terre dell’Oceania non vennero considerate un Eldorado (come avvenuto per il Sud America) e dunque le potenze europee non rivaleggiarono molto per contendersele.
La civiltà europea si occupò soprattutto di un’attività religiosa, da parte di missionari francesi e inglesi (rispettivamente cattolici e protestanti) e poi politica.
L’insediamento europeo, tuttavia, ebbe conseguenze drammatiche per le comunità locali (Maori e Aborigeni), sterminate ogni qual volta opponevano resistenza e sottomesse a una cultura molto diversa dalla loro e spesso difficile da capire e condividere. Lo scarso interesse per queste terre portò ad utilizzarle dapprima come colonie penali e condurvi detenuti e galeotti, e poi per con l’intento di svolgervi attività agricole e di allevamento.
I flussi più consistenti sono poi sopraggiunti nel XX secolo, da parte di immigrati europei e asiatici. Oggi la maggior parte della popolazione è costituita proprio da persone di origine europea e statunitense, ma l’Oceania resta un continente poco popolato e con una scarsissima densità abitativa, con una distribuzione della popolazione irregolare e una urbanizzazione elevata principalmente in Australia e Nuova Zelanda, nonché in alcune isole a elevato richiamo turistico.
Il Clima in Oceania
Il continente dell’Oceania si estende prevalentemente nella fascia equatoriale e tropicale, mentre solo parte dell’Australia e la Nuova Zelanda si trovano nella fascia australe temperata.
Il suo clima, dunque, appare mutevole, e gli ecosistemi che si riscontrano in questi territori sono riconducibili a tre zone climatiche: equatoriale, tropicale e temperata.
Nelle isole che si trovano vicine all’Equatore e in Australia del nord, il clima è tropicale umido, e sono presenti gli ambienti della foresta pluviale oppure della savana. Nel primo si hanno una vegetazione rigogliosa, precipitazioni frequenti durante tutto l’anno ed escursioni termiche molto basse tra una stagione e l’altra, mentre il secondo presenta l’alternanza tra una stagione secca e una calda ed umida.
In Australia centrale, in prossimità del Tropico del Capricorno, il clima si presenta tropicale arido, con precipitazioni ridotte e rada vegetazione che lasciano il passo ad aree desertiche dalle temperature calde e rilevanti escursioni termiche sia giornaliere che stagionali.
Un clima temperato, invece, si registra nell’Australia sud-orientale e in Nuova Zelanda: si ripresentano le quattro stagioni (invertite rispetto a quelle dell’emisfero boreale) e le temperature si arrestano su valori più miti.
Sui litorali meridionali e nell’immediato entroterra, addirittura il clima appare molto simile a quello mediterraneo: inverni con rare gelate e neve, estati calde con temperature che pur superando i 30° sono mitigate dalle brezze oceaniche. Queste caratteristiche climatiche contribuiscono alla presenza di foreste di latifoglie e pascoli e di una vegetazione anche in questo caso simile alla mediterranea, con una massiccia presenza di eucalipto, ma anche di ulivi, alberi da frutto e vite.
Le attrazioni principali dell’Oceania
Nonostante l’Oceania sia considerato il continente con il minor numero di terre emerse, i suoi territori sono composti da un insieme di isole e arcipelaghi incastonati nell’Oceano pacifico, caratterizzati da un’estrema bellezza e da una biodiversità tale da determinare caratteristiche uniche e diversificate.
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Alcune delle località e delle attrazioni che si trovano in Oceania, infatti, sono rinomate in tutto il mondo e attraggono turisti proprio perché ricordano lo splendore di un vero e proprio Eden.
Gold Coast
La Gold Coast è un’area metropolitana che si trova sulla costa orientale dell’Australia, nel Queensland, a sud di Brisbane.
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Caratterizzata da un clima soleggiato e subtropicale, la regione è una destinazione turistica a vocazione internazionale, celebre per le lunghe spiagge sabbiose dove è possibile praticare il surf, come la famosa distesa di Surfers Paradise.
L’area però regala anche altre attrazioni, come per esempio una vivace vita notturna e i parchi divertimento. L’entroterra subtropicale, dove si sviluppa una incontaminata foresta pluviale, è un vero e proprio gioiello. Qui vengono organizzate escursioni emozionanti attraverso le catene montuose e le valli del Parco Nazionale di Lamington.
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Barriera Corallina
La Grande Barriera Corallina (in inglese Great Barrier Reef) rappresenta una delle più celebri attrazioni naturalistiche dell’Australia. Si tratta della maggiore estensione di corallo al mondo, con oltre 2900 barriere coralline singole e 900 isole spalmate per 2300 km, su una superficie di oltre 340mila km².
Situata al largo della costa del Queensland, nell’Australia nord-rientale, la Grande Barriera Corallina è un paradiso marino, caratterizzato da un’eccezionale biodiversità e da una vivace e colorata fauna marina, con specie sia animali che vegetali.
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Per questo si tratta di una meta eccellente per gli amanti di immersioni e snorkeling. Al fine di preservare la sua bellezza e il suo ecosistema, questa zona è protetta all’interno dal Parco Marino della Grande Barriera Corallina.
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Uluru
Uluru (in inglese noto come Ayers Rock) è un imponente monolite di arenaria che si trova nel cuore dell'arido "Red Centre", nel nord dell’Australia, a circa 450 km di distanza a sudovest di Alice Springs. Questo luogo, sacro per gli aborigeni australiani, è situato all’interno dell'Uluru-Kata Tjuta National Park. Si tratta di una formazione che gli studiosi ritengono iniziata oltre 500 milioni di anni e che fa parte di un unico blocco gigantesco, insieme ad altri due vicini rilievi, quello di Kata Tjuta e il Monte Conner.
Questo iconico massiccio roccioso, circondato dalla superficie completamente piana del bush, è caratterizzato da un’intensa colorazione rossa che, a seconda delle ore del giorno e della stagione, muta in sfumature cangianti e spettacolari, dall’ocra al bronzo, all’oro sino addirittura al viola.
Teatro dell’Opera di Sydney
Vero e proprio simbolo cittadino, nonché icona architettura mondiale, il teatro dell'Opera di Sydney (Sydney Opera House, in inglese) è uno di quei luoghi assolutamente da vedere per i visitatori della più popolosa città dell’Oceania.
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Progettata dall’architetto danese Jørn Utzon, l’Opera House domina il porto e la baia di Sydney dall’alto di una striscia di terra circondata per tre lati da mare. La struttura, che ricorda una nave a vele spiegate, è considerata tra le più celebri realizzazioni architettoniche realizzate nel XX secolo. L’Opera House ospita eventi, concerti, opere liriche, balletti e spettacoli teatrali e dal 2007 fa parte dei patrimoni dell'Umanità UNESCO.
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Bondi Beach
Altro luogo iconico della città di Sydney è la spiaggia di Bondi (Bondi Beach), con la sua sabbia bianca e un costante affollamento di bagnanti e surfisti.
Viene considerata una delle spiagge più cool dell’Australia, e si trova a circa 7 chilometri a est del centro città, nell’omonimo quartiere. Questa mezzaluna sabbiosa, lunga un chilometro, è delimitata ai lati da due scogliere, ed è circondata da caffetterie, pub, ristoranti, negozi e case di lusso. L’aria rilassante e glamour che si respira in questa zona della città, attira non solo gli amanti del surf o dello skateboard, ma anche chi vuole semplicemente crogiolarsi al sole e rilassarsi.
Particolarmente apprezzato da escursionisti e corridori, è il sentiero Bondi to Coogee Coastal Walk, che offre una passeggiata panoramica a dir poco scenografica.
Nel 2008 la spiaggia di Bondi Beach è stata aggiunta alla lista del patrimonio nazionale australiano, la Australian National Heritage List.
Bondi Beach è una spiaggia che da sempre attira molti turisti, grazie soprattutto ai locali, alla movida, ma anche alle lussuose abitazioni che rendono questa località ancora più glamour.
Milford Sound
Considerata la metà turistica più celebre della Nuova Zelanda, Milford Sound è un meraviglioso fiordo situato nella parte meridionale dell’Isola del Sud, all'interno del parco nazionale del Fiordland, che ospita anche le Browne Falls, tra le cascate più alte al mondo.
Questo fiordo dall’incredibile fascino deve il nome alla cittadina di Milford Haven in Galles, così come il fiume Cleddau che si getta nel fiordo dall'omonimo fiume gallese.
Circondato su ambo i lati da ripide pareti rocciose alte oltre 1200 metri, Milford Sound si estende per 15 chilometri dal Mar di Tasman verso l'entroterra. La vetta principale, nonché simbolo del luogo, è Mitre Peak con un'altezza di quasi 1700 metri. Oltre allo splendore delle sue imponenti cascate, scogliere e pareti rocciose, questo fiordo affascina anche per la florida fauna marina che è possibile avvistare durante le visite in barca.
Darling Harbour
Darling Harbour è un’insenatura minore che si trova nella baia di Sydney, e che delimita a ovest il centro cittadino. Quest’area, negli ultimi anni è stata oggetto di una intensa opera di riqualificazione, diventando uno dei quartieri più interessanti della città.
Si raggiunge in appena 10 minuti a piedi dal centro e offre ai visitatori tantissimi ristoranti, bar e caffè, ma anche negozi e occasioni di svago. Non è raro, infatti, che a Darling Harbour vengano ospitati eventi, festival e manifestazioni, incluso il Capodanno cinese.
Per gli amanti della natura, inoltre, merita assolutamente una visita lo il Sealife Aquarium il Wildlife Zoo. Per una meta più culturale, invece, tappa al Powerhouse Museum e al Museo maritino nazionale, senza dimenticare un passaggio per i suggestivi Chinese Gardens, perfetti per un momento di relax e serenità circondati dalla vegetazione cinese.
Dodici Apostoli
Lungo la Great Ocean Road australiana, tra superbi panorami d’arenaria e lande selvagge, si giunge innanzi ai Dodici Apostoli (The Twelve Apostles, in inglese), spettacolari e maestosi pilastri rocciosi in pietra calcarea, veri e propri faraglioni che si ergono nell’oceano al largo della costa australiana. Un tempo probabilmente collegati alle scogliere della terraferma, poi distaccatisi per effetto della lenta erosione, questi monoliti calcarei sono un’attrazione turistica molto popolare.
Oggi se ne contano 8 e diversi si intravedono sotto il pelo dell’acqua, ciononostante è stato adottato il nome Dodici Apostoli, puramente per fini turistici e di marketing.
Le spiagge più belle
Ciò che caratterizza il continente dell’Oceania è indubbiamente la massiccia presenza di acque oceaniche, all’interno delle quali sono disseminate isole più o meno grandi. Non sorprende, dunque, che questo territorio annoveri meravigliose spiagge, alcune particolarmente paradisiache, altre più selvagge, altre ancora note per essere glamour e modaiole.
BONDI BEACH
Tra queste, menzione particolare spetta a quella di Bondi Beach che si trova in Australia, precisamente nella città di Sydney, ed è considerata al pari della famosa Venice Beach di Los Angeles: sabbia fine, onde eccezionali, sempre affollata e tappa imperdibile per ogni viaggiatore. In generale, si ritiene che le spiagge più belle e balneabili dell’Australia si trovino nella regione del Queensland.
PALM COVE
Tra queste, particolarmente rinomata è quella di Palm Cove: sole tutto l’anno, acqua turchese, circondata da palme e punto di partenza perfetto per muoversi alla scoperta della Grande Barriera Corallina australiana.
FRASER ISLAND
Sempre nel Queensland, precisamente a Fraser Island, si trova la 75 Mile Beach: questa spiaggia particolarmente scenografica si estende per oltre 120 chilometri ed è una meta ambita per gli appassionati di surf e celebre per le sue "Champagne Pools", delle piscine naturali formatesi tra le rocce vulcaniche con un idromassaggio naturale provocato dall’infrangersi dell’acqua.
NOOSA HEADS
Particolarmente famosa è la spiaggia da sogno di Noosa Heads, sulla Sunshine Coast: clima mite tutto l’anno, scenari da cartolina con sabbia dorata e palme che ondeggiano al vento, ma anche resort fronte mare, negozi ed eccezionali ristoranti.
WHITEHEAVEN BEACH
Da lasciare senza fiato è l'incontaminata Whitehaven Beach, un tratto di 7 chilometri di finissima sabbia bianca che si trova a Whitsunday Island, ed è lambita da acque il cui turchese è quasi accecante, tutte caratteristiche che la fanno considerare tra le più belle al mondo.
BYRON BAY
Per il surf, una vera e propria mecca è l’area di Byron Bay, all'estremità nord-orientale del Nuovo Galles del Sud: qui vi sono le splendide spiagge di Byron Beach e Tallows Beach, paradisiache, lontane dal caos cittadino, con onde eccezionali dove megattere e delfini nuotano indisturbati.
TURQUOISE BAY
Per gli amanti dello snorkeling, un luogo prediletto è la straordinaria Turquoise Bay, nell’Australia occidentale, nei pressi del Ningaloo Reef: un paradiso tropicale remoto, dalla ricca e coloratissima fauna marina che si annida tra calde acque cristalline.
MANDALAY
Particolarmente pittoresca è la spiaggia di Mandalay (Western Australia) tra quelle selvagge più famose: sabbia chiara e morbida, dominata dall’oceano turchese, nessun altro intorno (per negozi, hotel e locali si bisogna spostarsi nella vicina città di Waltop), poco adatta per il nuoto a causa dei forti venti e delle alte onde.
LE SPIAGGE DELLA TASMANIA
Nonostante la Tasmania non sia il primo luogo a venire alla mente quando si parla di spiagge, non si può non nominare la spettacolare e idilliaca Wineglass Bay, una baia sulla costa orientale dell'isola, nel territorio del Parco Nazionale del Freysine, dalla forma simile a un bicchiere di vino, circondata da scogliere di granito rosa, con eccezionali e limpide acque color zaffiro e sabbia finissima sabbia bianca.
LE SPIAGGE DELLA POLINESIA FRANCESE
Nonostante la Polinesia Francese sia più famosa per le lagune che per le spiagge, se ne trovano comunque di meravigliose: tra queste la meravigliosa Tereia Beach, sull’isola di Maupiti (a un passo da Bora Bora), ad accesso pubblico, frequentatissima e amata dai turisti che vi si attardano fino al tramonto prima di spostarsi in uno dei vicini ristorantini. Probabilmente la più vasta è però la spiaggia di Temae, sull'isola di Mo’orea, che una strepitosa barriera corallina protegge dalle correnti mantenendo l'acqua calda e garantendo una perfetta balneabilità per tutta la famiglia.
Per scovare altri meravigliosi paradisi tropicali, infine, l’atollo di Fakarava, sempre in Polinesia, è l’ideale: palme lussureggianti, soffice sabbia dorata, acque limpide in cui dedicarsi alle immersioni più belle del luogo e a fare snorkeling incontrando da vicino specie animali e vegetali che vivono tra i coralli. In tutta tranquillità e a diretto contatto con la natura, complice anche l’assenza di enormi hotel o resort.
BORA BORA
Chi, invece, sceglie di visitare o soggiornare nella favolosa Bora Bora, non dovrà assolutamente perdersi la spiaggia di Matira, un gioiello all’estremo sud dell’isola e celebre in tutto il mondo per lo splendore della sua baia turchese.
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TAHITI
Tra le cangianti sfumature delle meravigliose spiagge di Tahiti, come quelle di fine sabbia bianca (Plage de Maui) oppure rosa (nell’arcipelago di Tuamotu come Tikehau o Rangiroa), spiccano anche le particolari località lambite da sabbia nera di origine vulcanica. Tra quelle di maggior interesse turistico emergono Lafayette Beach, Taharuu beach e Pointe Venus.
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