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14 aprile 2022
Quando si programmano dei viaggi in regioni calde, tropicali e generalmente considerate “esotiche”, si sente sempre parlare di “Monsoni”, di prestare attenzione alla “Stagione dei monsoni”, e di evitare il periodo i cui i monsoni sono più frequenti.
Ma cosa sono in pratica questi monsoni?
I Monsoni sono venti periodici caratterizzati da una direzione mutevole a seconda delle stagioni e sono tipici dei climi (e quindi delle zone) tropicali.
Quando il vento cambia di direzione in maniera anche violenta ed improvvisa, è solitamente accompagnato da tifoni, ossia da cicloni tropicali noti per essere particolarmente violenti. La direzione del vento cambia solitamente a maggio e a ottobre, ossia in corrispondenza del cambio netto della temperatura e, quindi, delle stagioni.
1 . Dove soffiano i Monsoni e quando
2 . La Stagione dei Monsoni
3 . Come si formano i Monsoni
4 . Gli effetti dei Monsoni sul clima
5 . Le origini del nome “Monsone”
6 . Le stagioni monsoniche
Come già anticipato, i monsoni sono tipici delle zone tropicali e, in particolare, dell’Oceano Indiano.
I monsoni si manifestano con maggiore intensità nelle seguenti zone:
In realtà, i monsoni non interessano solo in continente asiatico, però, data la notevole vastità del territorio, oltre che la presenza di deserti e di ghiacciai, in questa zona questo fenomeno diventa molto più evidente ed imponente.
Tuttavia, si possono incontrare dei monsoni anche nelle seguenti aree:
A differenza di quanto si creda, i monsoni soffiano tutto l’anno, ciò che cambia è la direzione verso la quale soffiano.
Nel periodo che va da ottobre a maggio, infatti, i monsoni soffiano dalla terra verso l’oceano. A maggio, la direzione dei monsoni cambia, e questi soffiano dall’oceano verso la terra fino a ottobre.
Il periodo che viene generalmente indicato come “Periodo dei monsoni” o anche “Stagione dei monsoni” è quello che va da maggio/giugno fino a settembre/ottobre, perché questo è il periodo in cui i monsoni provocano più problemi, in quanto trasportano tutta l’umidità dall’oceano sulla terra provocando forti precipitazioni.
I monsoni si creano a causa della diversa intensità e, soprattutto, rapidità con cui la terra si raffredda o si riscalda rispetto al mare.
In particolare, nelle zone elencate precedentemente, in primavera la terra si scalda molto di più e molto più velocemente rispetto all’acqua.
Questo provoca un abbassamento repentino della pressione dell’aria sulla terra, mentre la pressione dell’aria sull’oceano è molto più alta. Per questo motivo, l’aria presente sull’oceano defluisce velocemente verso la terra e si creano i monsoni.
In inverno succede l’effetto opposto, per cui la terra si raffredda più velocemente rispetto all’acqua, la pressione sulla terra si alza mentre quella sul mare si abbassa e l’aria defluisce dalla terra all’oceano.
Questo crea un cambio nella direzione dei monsoni, che spesso sono quindi accompagnati da tifoni e cicloni.
È stato ampiamente studiato e dimostrato che i monsoni influenzano profondamente non solo il clima, ma anche la vita, l’economia, l’organizzazione delle popolazioni che vivono nelle zone più fortemente colpite da questi venti.
La prima conseguenza dei monsoni nelle zone dell’Oceano Pacifico, come è stato già accennato, è sicuramente la creazione di cicloni tropicali e tifoni.
Questi ultimi possono avere anche un effetto devastante sulle coste del continente asiatico, motivo per cui si sconsigliano vivamente i viaggi in queste zone nei momenti di cambiamento climatico, e quindi maggio e ottobre.
Inoltre, i monsoni fanno alternare un periodo di profonda siccità ad un periodo di estrema umidità, che culmina con piogge torrenziali e diluvi frequenti. Si parla infatti di stagioni monsoniche, che sono diverse dalle classiche stagioni che conosciamo noi europei.
La parola monsone deriva dalla parola araba mawsim, che significa letteralmente “Stagione”. Anche la sua etimologia, quindi, sottolinea la natura periodica di questi venti.
In passato, i monsoni erano conosciuti anche con il nome di “Venti ippalici”, questo perché il navigante greco Ippalo regolava le sue traversate dalle coste africane a quelle indiane, e viceversa, sulla base del succedersi dei monsoni e quindi sul cambio di direzione dei venti.
Come già anticipato in uno dei paragrafi precedenti, i monsoni hanno un effetto molto forte sul clima delle zone colpite, tanto che le stagioni di queste aree si riducono solo a due e prendono il nome di stagioni monsoniche.
Nelle aree tropicali come quelle dell’Oceano Indiano, sia avrà una stagione secca ed una stagione umida, chiamata anche stagione delle piogge.
La stagione secca è notevolmente più breve della stagione umida e va da maggio/giugno a settembre/ottobre, corrisponde insomma alla nostra estate. Durante questi mesi, a causa della direzione in cui soffiano i monsoni, la zona è caratterizzata da un clima afoso, caldissimo e secco.
Sarà molto difficile incontrare delle piogge in questo periodo.
Questo periodo è sconsigliato per i viaggi turistici in quanto la temperatura è davvero troppo alta per godersi il mare, i paesaggi e le bellezze delle città.
La stagione umida invece è quella che va da ottobre a maggio circa, ed è caratterizzata da forti piogge, diluvi, temporali e acquazzoni improvvisi e di lunga durata.
Chiaramente, questi rovesci sono maggiori nei mesi centrali della stagione e vanno via via diminuendo verso la fine, da marzo a maggio.
Nelle aree del sud-est asiatico, in genere, il periodo migliore per una vacanza è durante la stagione secca, che può andare da dicembre a marzo. Bisogna però tener presente che ci sono regioni, o anche semplici isole, che possono presentare condizioni climatiche tali da essere visitabili anche nei periodi di maggiore umidità.
Davide Rossi
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