Hanukkah (Popolo Ebraico)
Hanukkah o Chanukkah è una delle più importanti tradizioni ebraiche che, siccome si celebra sempre intorno al solstizio d’inverno, viene spesso soprannominata “Natale ebraico”.
In realtà, l’importante ricorrenza religiosa praticamente non ha niente a che fare con il nostro Natale.
L’Hanukkah infatti è chiamato anche “La Festa delle Luci”, in quanto celebra “La vittoria della Luce sull’oscurità”, ovvero la forza e la sopravvivenza del popolo ebraico nonostante le tante persecuzioni subite nei secoli.
Il termine “Hanukkah” significa anche “inaugurazione”. La ricorrenza infatti celebra, ancora oggi la liberazione del Tempio di Gerusalemme al termine dell’occupazione greco-siriana.
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I festeggiamenti per l’Hanukkah durano 8 giorni ma il periodo varia di anno in anno, pur cadendo sempre intorno al solstizio d’inverno. La tradizione prevede cene in famiglia, eventi all’aperto con il resto della comunità, la benedizione del Rabbino e i tradizionali (buonissimi) bomboloni sufganiyah.
Il modo migliore per trascorrere il periodo di Hanukkah è in compagnia di una famiglia di origine ebraica, così da poter comprendere veramente cosa significa questa ricorrenza.
Le celebrazioni per l’Hanukkah avvengono praticamente in tutto il mondo, ovunque la comunità ebraica sia presente, da Parigi a New York, ma il luogo dove dove è più sentita e celebrata è ovviamente Israele.
Dongzhi (Cina e Asia)
Il Dongzhi può essere considerato il “Natale d’Oriente”, anche se non ha niente a che vedere con la natività o con Babbo Natale.
Si tratta però di una tradizione molto importante, che segue la filosofia taotista e il concetto di Yin e Yang, e che coinvolge non solo la Cina, ma anche molti paesi orientali.
La ricorrenza viene celebrata ogni anno intorno al solstizio d’inverno, proprio il giorno che segnala l’inizio dell’allungarsi delle giornate. In un certo senso, come per l’Hanukkah, il Dongzhi segna la vittoria della luce sull’oscurità.
Come altre ricorrenze tipiche di questo periodo, il Dongzhi si trascorre in casa, insieme alla propria famiglia e mangiando piatti tradizionali. Il simbolo del Dongzhi sono delle gustose “Palline di riso” chiamate Tangyuan, una vera prelibatezza amata soprattutto dai bambini.
Soyal (Nativi Americani Hopi e Zuni)
I Nativi Americani Hopi e Zuni celebrano ogni anno il solstizio d’inverno con riti e danze. Tale evento viene chiamato, nella loro cultura, Soyal.
Secondo la tradizione, attraverso un rito di purificazione che prevede anche l’utilizzo del Paphos (il bastone per la preghiera), vengono benedetti case, persone e anche il bestiame.
Secondo la loro cultura, così facendo i Nativi Americani sono convinti di “Ingraziarsi la benevolenza degli spiriti della Montagna”, chiamati “Kachinas”.
Kwanzaa (Stati Uniti)
Il Kwanzaa è una festa moderna, istituita nel 1966 da Maulana Karenga per preservare e celebrare la cultura e la tradizione afro-americana. Non a caso “Kwanzaa” è una parola swahili, e significa “Primi frutti”.
La festa è celebrata solo negli Stati Uniti, dove è stata concepita, e solo all’interno della comunità afroamericana. Inizia subito dopo Natale, il 26 dicembre, e termina il 1 gennaio.
Ursul, la “Danza dell’Orso” (Romania)
La “Danza dell’orso”, Ursul, è un’antica tradizione rumena praticata ancora oggi per le strade di molti paesi. Si tratta di una tradizione molto singolare e “Sui generis”, durante la quale uomini e donne si coprono con delle pelli d’orso per danzare per le strade accompagnati dalla melodia di un flauto.
Con questa tradizione, che avviene generalmente alla vigilia del nuovo anno, si riteneva in passato di poter “Tenere lontani gli spiriti maligni”.
“Losar”, Il capodanno tibetano.
Il Capodanno tibetano, chiamato “Losar” è certamente uno dei più lunghi del mondo, si inizia infatti a celebrare 15 giorni prima della vigilia. Durante questo periodo si può assistere a danze tipiche e si consumano piatti tipici, tra cui la famosa birra tibetana “Chhaang”.
La notte dei ravanelli (Oaxaca, Messico)
Il Messico ci aveva già abituato con ricorrenze uniche nel loro genere, come per esempio il Cinco de Mayo, celebrato prevalentemente nello Stato di Puebla e il Día de Muertos (Giorno dei Morti).
Oggi invece vi parleremo di un’altra singolare ricorrenza, che coinvolge questa volta lo stato di Oaxaca: La notte dei ravanelli.
Durante questa ricorrenza, che dura per ben 3 giorni, dal 23 dicembre, viene organizzato una sorta di “Festival delle verdure intagliate”, dove il ravanello è la verdura più utilizzata. Durante la manifestazione, abili artigiani locali, intagliano le verdure per creare raffigurazioni della natività o di altre icone della tradizione messicana.
Ovviamente però, tutto questo ha un inconveniente. Trattandosi di “Verdure fresche”, tendono a marcire piuttosto rapidamente, pertanto si ha poco tempo per ammirare le singolari opere d’arte.
Lwyd Mari, la festa del mare grigio (Galles)
Il Lwyd Mari è un’antica tradizione gallese risalente agli anni venti, oggi quasi dimenticata, ma ancora presente in qualche villaggio.
Durante il periodo natalizio, potreste imbattervi in persone che portano sopra di loro lo scheletro della testa di un cavallo con attaccata una veste bianca. Un’immagine alquanto macabra che in realtà è considerata dai gallesi “Di buon auspicio”.
Il Lwyd Mari prevede che ci si presenti in casa di amici con il singolare cimelio per poi dare il via alla cenna e a celebrazioni varie.
Natal Luz (Gramado, Brasile)
In Brasile si sa, quando si tratta di far festa, si fanno le cose in grande, come dimostrato dal Capodanno e dal Carnevale di Rio.
Durante il periodo natalizio però, la protagonista è una città certamente meno conosciuta, ovvero Gramado, nella Serra Gaucha. Qui il Natale dura ben 25 giorni, ovvero dal 18 di dicembre fino al giorno 11 del mese successivo. Durante questo periodo, la città viene illuminata a festa e si organizzano molti eventi, tra cui un grande raduno di “Babbi Natale” provenienti da tutto il paese.
Assicurazione Viaggio anche a Natale e Capodanno
Trascorrere il Natale o il Capodanno all’estero permette di immergersi nelle tradizioni e nelle usanze locali.
Bisogna ricordarsi però che spesso all’estero ci si può trovare anche in paesi con leggi molto diverse dalle nostre, organizzati diversamente da noi anche per quanto riguarda il sistema sanitario.
Non sempre le strutture pubbliche e gratuite, dove presenti, sono infatti in grado di far fronte adeguatamente a una emergenza medica. In questi casi quindi, bisogna ricorrere all’assistenza medica privata, che in genere prevede ingenti spese.
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